Alla ricerca della felicità
Spesso la cerchiamo, la inseguiamo, la invochiamo. La pretendiamo come un diritto. Ma proprio quando siamo quasi certi di averla trovata, la felicità ci sfugge dalle dita.
La felicità oggi sembra essere un vero problema più che una soluzione. Altrimenti non si spiegherebbe il successo di corsi e libri dedicati al “pensiero positivo”, dove si insegna ad affrontare col sorriso sulle labbra le vicende della vita. Da una parte, i neuropsicologi esplorano il cervello per cercare in un angolo nascosto dove risiede la felicità.
I genisti scrutano il Dna alla ricerca di un gene che la provochi. Qualche psicologo dopo accurati studi è arrivato alla conclusione che a secondo di ciò che accade, possiamo provare euforia o tristezza per un certo periodo di tempo, ma presto torniamo al nostro solito umore. Gli eterni scontenti restano tali, gli allegroni pure. Una affermazione sempre ipotizzata e confermata. La felicità quindi non è determinata da circostanze esterne, ma dal nostro modo di vivere il mondo ed essa non coincide con la soddisfazione dei bisogni.
Oggi, al di là della crisi economica e la vita stressante, viviamo in una società che ci garantisce benessere, sicurezza, le migliori cure mediche e tante cose da fare per impiegare il tempo libero. Eppure in questi ultimi decenni, proprio nei paesi ricchi abbiamo assistito a un aumento di depressione in grande percentuale.
Questo ci fa capire che la felicità non dipende dal sesso, dall’età e tantomeno dalla ricchezza, salute e cultura.
Per prima cosa per essere felici bisogna essere convinti di meritarselo, solo così avremo modo di prendere tutto ciò che la vita ci offre e dare un senso, un valore a questi “regali”. Tante volte ci facciamo del male da soli, scappiamo davanti all’amore o a un lavoro migliore, senza neppure cogliere l’opportunità, senza voler rischiare. Insomma ci accontentiamo di essere “non felici oggi”, per timore di essere infelici domani. Per liberarci di questa paura dovremo distinguere ciò che veramente è sotto il nostro controllo.
IL DENARO RENDE FELICI?
Sarebbe ipocrita negarlo. Oggi buona parte delle cose che ci danno gioia e sicurezza passano attraverso i beni materiali: la casa, il viaggio sognato da tempo, l’auto o un oggetto che piace.
L’infelicità però può nascere in quelle persone che considerano il denaro un fine e non un mezzo, a quel punto entrano in un circolo vizioso, fatto di avidità e onnipotenza, portandole soltanto ad accumulare sempre fino… a non godersi più nulla.
IL MITO DEL PARADISO PERDUTO
Tutti almeno una volta, seduti in riva al mare al tramonto, in qualche spiaggia tropicale o ammirando il panorama in montagna, abbiamo fantasticato di mollare tutto e di trasferirci in un posto lontano per ricominciare una vita. Esso è un mito che prima o poi crolla, perché un conto è l’entusiasmo di vedere un posto nuovo con uno stile di vita diverso, un conto è vivere la quotidianità in un paese che non è il proprio. Nulla è impossibile di trovare la felicità per ricominciare lontano, ma si tratta di una scelta radicale che richiede grandi capacità e spirito di adattamento.