24 Novembre 2024
News

L’ intervista a Marco Baldocchi autore del libro Neuromarketing per il food, nonché genio italiano in Florida

È uscito il 13 febbraio il tuo libro “Neuromarketing per il food” edito da Flaccovio Editore ed è stato subito un successo? 

Il libro è nato per l’esigenza sempre più pressante da parte di chi lavora nel settore del food di differenziarsi, di “uscire” dalla massa e farsi scegliere. Sono già molte le persone che lo hanno acquistato e mi hanno contattato per farmi i complimenti perché lo hanno trovato di facile lettura e pieno di consigli pratici che hanno portato, chi li applica al successo.

Di cosa tratta? 

Iniziamo con il definire cosa è il “Neuromarketing” , cioè il punto di contatto tra le neuroscience ed il marketing. Utilizzare mezzi scientifici che permettono di comprendere come noi esseri umani utilizziamo il nostro cervello per fini marketing è sicuramente uno strumento che porta, chi lo utilizza, al successo. Il libro è un insieme di consigli pratici di neuromarketing facilmente applicabili a chiunque operi nel settore del food: ristoratori, proprietari di gelaterie, di bar, etc.

Presto comincerai a presentare il libro in diverse città italiane? 

Si, insieme alla casa editrice stiamo programmando una tournée per presentare Il libro con piccoli eventi dove a farla da padrona saranno le emozioni, ovviamente collegate al cibo. Ho ricevuto, oltre le date programmate, diverse richieste di tappe nuove da persone che hanno letto il libro così da dare a tutti l’opportunità di richiedere l’evento nella propria città.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo Libro?

Un caso. Ero sul palco della Mastermind dell’ imprenditore Stefano Versace  e stavo parlando di neuromarketing a imprenditori del settore del food, ovviamente gli esempi erano tutti dedicati al loro ambito. Alla fine dell’intervento mi si sono avvicinate molte persone, entusiaste per il mio speech, chiedendomi se avessi scritto un libro su questi argomenti perché avrebbero voluto leggerlo. Da quel momento, nei miei tanti voli ho scritto questo libro, in pratica un libro scritto sull’Oceano che ha poi trovato nella casa editrice Flaccovio Editore il partner perfetto.

Come si applica il Neuromarketing nella comunicazione? 

Con molto studio e alcune tecniche: eyetracking (tracciamento dello sguardo delle persone di fronte ad uno stimolo) e EEG (elettroencefalogramma). Le mie agenzie sono dotate di strumenti che permettono di comprendere quali parti del cervello si accendono quando il potenziale cliente si trova davanti agli stimoli (un sito web, una foto, un testo, un locale, un menù, etc.). Sulla base di questi dati cerchiamo di creare contenuti che facciano nascere le emozioni corrette e spingano il cliente a vivere l’esperienza che sta cercando.

Le aziende interessate all’ internazionalizzazione, si rivolgono a te per curare tutti gli aspetti della comunicazione: dal marchio, all’ immagine, alle strategie commerciali per diventare imprenditori di successo?

Da quando ho acquisito esperienza internazionale, vengo contattato da aziende che desiderano fare il grande passo dell’internazionalizzazione. Sono guidate da imprenditori che hanno compreso l’importanza di avere sedi in paesi diversi per affrontare in modo più armonico potenziali crisi di mercato in differenti aree geografiche. Sono al tempo stesso, molte volte, aziende che hanno grandi prodotti o servizi e che necessitano del giusto modo di comunicare. L’errore più grande che vuole fare un’azienda quando decide di aprirsi a mercati nuovi e non appoggiarsi a chi conosce quel mercato perché è sul luogo e perché ha studiato quell’ambito: in altre parole, si fa male comunicazione dall’Italia se l’obiettivo sono gli U.S. A. Un esempio, non sai quante volte ho parlato con colleghi italiani che dicono “per quel mio cliente ho impostato una campagna per gli U.S. A. senza comprendere minimamente quanta differenza ci sia tra stato e stato, ma tra città e città ed ancora, tra quartieri della stessa città!”

Tu hai cominciato in Italia, da Lucca la tua città natia nel 2005, facendo della tua inesperienza e degli errori commessi il tuo punto di forza. Quindi, un percorso di cambiamento professionale che hai sperimentato in prima persona dall’ Italia agli Usa.

Esatto, ho imparato dagli errori. Sono fermamente convinto che non sia un grande chi non cade mai, ma chi ha la forza ed il coraggio di rialzarsi e di combattere ancora. In passato ho letto una frase “io non perdo mai, o vinco o imparo” e l’ho fatta mia. Il mondo del business in U.S.A. è completamente diverso, ho dovuto imparare logiche nuove, meccanismi mentali e di business diversi ma ho trovato una grande umiltà in grandi imprenditori e uomini di successo che in Italia abbiamo dimenticato. Ogni giorno cerco di apportare un mattone al mio tempio personale, cercando di far crescere il mio interiore, personale e professionale, di poco ogni giorno: essere domani migliore di oggi, il mio obiettivo.

Attualmente hai una sede in Italia e una in Florida?

Ho tre società. La Marco Baldocchi Group (con sede a Miami) agenzia di comunicazione emozionale specializzata in neuromarketing che sviluppa comunicazione a 360 gradi applicando le regole del neuromarketing. La Emotek Reality (sempre con sede a Miami) azienda specializzata in sviluppo applicazioni mobile e realtà aumentata e virtuale. In Italia ho la On Web, agenzia di comunicazione, siamo specializzati in comunicazione e sviluppo software gestionali tailor made.

Hai acquisito diversi clienti sia italiani che internazionali. Come li segui?

Ho un team incredibile di professionisti che mi supportano. Creativi, designer, developer per web o per mobile app, programmatori per software gestionali, tutti eccezionali, sia in U.S.A. che in Italia. Come dicono gli americani parafrasando Confucio “if you are the smartest person in the room you are in the wrong room “, “se sei la persona più sveglia nella stanza, sei nella stanza sbagliata” e come diceva Steve Jobs “It doesn’t make sense to hire smart people and tell them what to do; we hire smart people so they can tell us what to do”, “non ha senso assumere persone sveglie e dire loro cosa fare; noi assumiamo persone sveglie affinché ci dicano cosa dobbiamo fare”. Questi i miei due credo. Così ho creato un team di professionisti che amano il loro lavoro e che non sono mai appagati, vogliono ogni giorno essere migliori e condividono grandi idee!

Marco ci continui a stupire con le tue idee innovative: dalla realtà aumentata per il business alle app personalizzate studiate per le esigenze del cliente?

Non esiste persona che non possa provare emozioni e sono molti quelli che hanno uno smartphone in tasca o in borsa. Le applicazioni mobile sono un ottimo strumento per raggiungere, fidelizzare i clienti ed offrire loro l’opportunità di vivere esperienze. La realtà aumentata è sicuramente uno dei tool più emozionanti che abbiamo a disposizione, semplice da fruire (basta uno smartphone) e permette sia in aspetto ludico che professionale di emozionare i clienti: come potevo spiegare la storia del Pistacchio Verde di Bronte agli americani? Inquadrando con l’app del mio cliente una foto di un pistacchio i clienti possono vedere un filmato che spiega loro in pochi secondi come viene raccolto, da che zona d’ ITALIA proviene, vedere le mani della gente che lavora, vedere l’Italia: non ti emoziona il solo pensiero? Dove è il focus, sul pistacchio o sulle emozioni?

Attualmente sei Presidente dei giovani imprenditori Confcommercio Lucca Massa Carrara. Come concili i tanti impegni? 

Non è sempre facile, vivo spesso lontano dalla mia famiglia e continuamente in volo ma cerco di dedicare il giusto tempo a tutto. L’incarico in Cinfcommercio è un riconoscimento che mi ha riempito di orgoglio. Poter essere utile alla PMI è stato in questi anni un bel progetto. Devo dire grazie al team, consiglieri e membri del gruppo imprenditori eccezionali che hanno una grande voglia di fare e desiderano condividere le loro esperienze per il bene comune.

Sei anche responsabile della comunicazione all’ interno del MAIE (Movimento Associativo Italiani all’ Estero), con il compito di tenere sempre informati ed aggiornati gli italiani all’estero. 

Mi sento onorato di questo incarico e ringrazio il grande imprenditore e uomo Paolo Mangia che ha visto in me una pedina utile alla causa del MAIE. Il nostro scopo è quello di aiutare gli italiani all’estero, nel nostro caso specifico nell’area di Miami. Occupandomi di neuromarketing e comunicazione digitale ho messo subito a disposizione il mio know-how e il mio team per poter portare valore concreto: più idee e meno chiacchiere.

Le tue abilità, la tua determinazione e le tue ambizioni ti portano ad andare sempre avanti, grazie anche al team efficiente che crede in questo progetto e ti affianca da tanti anni?

Ho una grande fortuna, io ho le idee ed un team che le porta avanti e le migliora! Non credo al concetto di “un uomo solo al comando”. Un grazie particolare ad Andrea Alessandroni, il responsabile del team di sviluppo applicazioni mobile e a Giacomo Bernardi, mio braccio destro, è giovane, ha tanta grinta, farà grandissime cose in futuro e sono orgoglioso che lavorino con me.

Chiudiamo questa intervista con un invito alle società, agli imprenditori, alle imprese o semplicemente a coloro che hanno delle idee interessanti e necessitano di una tua consulenza per realizzare il sogno Americano. Come possono contattarti?

Io sono a disposizione per aiutare coloro i quali volessero aprire il proprio business agli Stati Uniti d’America fornendo una consulenza che, con massima etica, indichi i pro e i contro del loro progetto. Ho l’esperienza per comprendere se un progetto può avere successo o meno e posso indirizzarli verso la giusta comunicazione per rafforzare, o avviare, la loro presenza negli U.S.A. Oggi mi contattano molte aziende, in particolare nel food ma non solo, per approdare in America, il consiglio che do a questi imprenditori è: affidatevi a chi può dimostrarvi di saper fare certe cose non a chi vi dice di saperlo fare. Gli Stati Uniti non sono l’Italia, non sono l’Europa, comprenderne i meccanismi può non essere facile: puoi vivere il “sogno americano” o “l’incubo americano”. sta all’imprenditore la scelta.

Marilena Alescio

 

Lascia un commento