Marcella Conte e il suo “tocco” nel mondo del design
Marcella Conte, designer di gioielli e accessori di lusso dell’omonimo brand, sta riscuotendo un grande seguito grazie alle sue particolari creazioni. Per il secondo anno i suoi monili hanno presenziato, nella meravigliosa cornice del Lido di Venezia, alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Come in ogni edizione e red carpet che si rispetti, la sfida appena terminata, non si è giocata solo tra i film in concorso al Festival, ma anche tra attrici e icone di stile in mise da capogiro e gioielli preziosi.
La scelta dei gioielli, fa la differenza quando si parla di “brillare sul red carpet”, e quest’anno a rubare la scena alla designer è stato proprio il suo collier in oro “Rays Amphora”. Un gioiello scultura, dal fascino ammaliante, che ha enfatizzato la presenza scenica della designer in look total black. Un monile, come un antico pettorale dal forte impatto visivo, ha catturato l’attenzione esaltando la sua femminilità. Un’alchimia di bellezza altamente evocativa, espressa in un design dalle forme antiche, interpretate con un’estetica contemporanea.
Per Marcella Conte, un gioiello è innanzitutto un’opera d’arte, unica nel suo genere. Un magnete che attira lo sguardo non solo su un dettaglio del corpo ma che riesce a dare più forza alla gestualità della persona che lo indossa. Deve essere comodo, ergonomico e particolarmente visibile e identificativo, deve avere un proprio design, senza alcuna omologazione. Pertanto, l’artista si è detta soddisfatta, nel captare che i suoi gioielli sono dei veri e propri “richiami visuali”, che non passano inosservati. La sua passione per tutte le forme d’ arte nasce molto tempo fa.
È stato inizialmente un atto di coraggio seguito da una vera e propria immersione creativa; dalla conferma che un’idea, espressa attraverso un disegno, potesse poi diventare un monile. Un modo quindi, non solo di usufruire dell’arte ma di esprimermi attraversa di essa. Da un corso per orafi a Firenze e un tirocinio in un laboratorio artigiano, con cui tuttora collabora, è iniziata la nuova avventura, ossia autoprodurre con il suo marchio gioielli ed accessori di lusso. Nel laboratorio si utilizzano le tecniche antiche della fusione a cera persa, che hanno avuto la loro massima espressione nel periodo rinascimentale.
L’ ispirazione nasce dalla scoperta dei raffinati battenti d’epoca originali dei portoni di Firenze. Il battente è diventato il suo veicolo espressivo. L’ artista ha offerto al battente una seconda possibilità, di farlo rivivere in altri contesti e nello stesso tempo ha realizzato il suo sogno. Firenze capitale dell’artigianato artistico è diventata il luogo delle sue creazioni in cui produrre e realizzare i gioielli e le sue creazioni in pelle, seta, legno, avvalendosi della maestria di artigiani e contribuendo così alla divulgazione degli antichi mestieri.