No cocktail… no party
Da quando è nato, il cocktail rappresenta uno stile di bere, in compagnia di amici, nei party e durante gli happy-hour. E’ l’esempio del perfetto equilibrio tra ingredienti differenti tra loro.
La base è rappresentata sempre da un distillato importante (whisky, gin, cognac, acquavite ecc.) a cui si aggiungono gli elementi modificati che hanno la funzione di aromatizzare il gusto.
Se negli anni ’80 andavano di moda il Long Island ice tea, il Campari e il Bloodmary, negli ultimi anni si sono diffusi i cocktail sudamericani quindi Tequila, Daiquiri e Mojito.
Molto richiesti sono quelli che hanno come base Vodka e Cointreau che si miscelano bene con succhi di frutta di tutti i tipi.
Il futuro dei cocktail s’indirizzerà verso i sapori orientali, i protagonisti saranno distillati usati in Cina, in Giappone e tutti i cocktail con il thè verde, quindi la tendenza sarà salutista.
I BARMAN che li hanno ideati sono i veri artefici, esperti nelle armonie del gusto degli aromi.
I loro attrezzi del mestiere sono: secchiello e pinza per il ghiaccio, shaker, mixing glass, palettina per mescolare, coltellini e cucchiai di varia misura.
Ogni cocktail viene servito nel bicchiere apposito: si va dal semplice calice, dalla flùte, alla coppetta, dall’old-fashion al tumbler, dallo highball al collins.
Ricordiamo che bere deve essere solo un piacere, esagerare rovina la festa per se e per gli altri… soprattutto alla guida e le nuove norme non perdonano.