Parapendio… ammirare la natura dall’alto attraverso lo sport
In volo sullo Stretto
“Giunti in auto vicino la vetta del promontorio di Scilla che si affaccia sullo Stretto di Messina, prendiamo velocemente dai bagagliai le sacche con le attrezzature che ci faranno librare in volo. Dopo aver percorso parte del sentiero, già si intravede parte dello Stretto di Messina. Siamo arrivati!
Le condizioni meteo sono ottime, quindi disponiamo le sacche ai bordi dell’area preposta al decollo, apriamo le attrezzature facendo un accurato controllo. La voglia di volare è tangibile, la mente è concentrata sulle fasi preliminari! Bene, indossata la selletta, agganciata l’ala, indossato il casco ed effettuati tutti i controlli pre-volo di routine, siamo pronti per partire, uno sguardo alla manica a vento per scegliere il momento migliore… un paio di passi e… si VOLAAA!”
Il parapendio è il mezzo da volo libero più semplice e leggero esistente, derivato dai paracadute da lancio pilotabili. Al contrario di quanto avviene nel paracadutismo, in tale disciplina, non ci si lancia, ma si decolla analogamente agli aerei.
Il decollo si effettua il più delle volte da un dolce pendio dopo aver controllato che la vela (ala) si sia gonfiata regolarmente; in caso di problemi è sempre possibile sospendere la corsa prima dello stacco da terra; risolto l’inconveniente si ripeteranno le fasi di controllo pre-volo per un nuovo decollo.
Una volta in volo l’unico suono percepibile sarà quello dei cordini della vela che tagliano il vento. Pilotare un parapendio non richiede particolari doti atletiche, ma una conoscenza approfondita delle regole che stanno alla base della dinamica dei fluidi, una considerevole capacità di concentrazione e di equilibrio psico-fisico. Il più delle volte si atterra molto dolcemente e, se le condizioni del vento non sono ottimali, sarà sufficiente fare qualche passo di corsa per smaltire la velocità residua. Il volo, in condizioni meteo favorevoli, si può prolungare fino a diverse ore.
Le correnti d’aria che ci permettono di veleggiare possono essere:
1) Dinamiche, sfruttando la proiezione ortogonale del vento che incontrando un ostacolo, ad esempio una collina, tende a superarlo spingendoci verso l’alto;
2) Termiche, approfittando delle correnti ascensionali di aria calda (termiche);
3) Termo-dinamiche, un mix del primo con il secondo tipo.
Il pilota decide, in qualsiasi momento, quando procedere all’atterraggio. È possibile volare in ogni periodo dell’anno. Le giornate migliori per il volo in parapendio sono quelle primaverili di leggera instabilità, con piccole nuvole bianche (cumuli) nel cielo azzurro.
L’attrezzatura è composta da: ala o vela, selletta o imbrago e il casco. Nella selletta è alloggiato il paracadute, un accessorio basilare per il raggiungimento della massima sicurezza (la filosofia è: non serve mai, ma deve esserci sempre). La selletta fa sì che il pilota voli seduto su di una comoda poltroncina che è studiata per aiutarlo a controllare la vela con gli spostamenti del corpo, oltre che con i freni. Il pilota è trattenuto nell’imbrago da cinghie.
Nella provincia di Reggio vi sono diverse aree di decollo, situate in zone di particolare bellezza naturalistica, dalle quali sia il pilota che il passeggero (se si vola in biposto) faranno un tuffo nella natura, osservandola da un punto di vista privilegiato.
Da Scilla, 503mt. s.l.m., avrai la sensazione di toccare la Sicilia con un dito, ammirerai lo Stretto di Messina come mai e avrai tutto il tempo per osservare tutti i particolari della nostra costa e dei laghetti di Ganzirri.
Da Bagnara, 512mt. s.l.m., godrai della magnifica vista della Costa Viola, che con le sue acque cristalline, mostrerà il colore stupendo del fondale da cui prende il nome. E poi ancora, Caraffa del Bianco, 693mt. s.l.m. e Condofuri con la loro particolare orografia costituita da torrenti dal letto bianco splendente, colline con colori pastello e, all’orizzonte, l’azzurro del mare che si confonde con il cielo.
A Bagaladi, monte Pezzi 950mt. s.l.m., a Masella di fronte Pentidattilo vi è La Placa, 350mt. s.l.m.
Franz Papasergio
Foto: Gianfranco Utano Franz Papasergio