23 Novembre 2024
CulturaNews

Presentato il Festival Miti Contemporanei

Internazionalizzazione, sguardo sul Mediterraneo, arte e cultura a 360 gradi: il Festival Miti Contemporanei, ancora una volta, si presenta ricco di innovazioni, di spettacoli, di incontri, di performance artistiche. Il programma della VIII edizione del Festival, ideato e organizzato dalla Compagnia Scena Nuda, diretta da Teresa Timpano, e che si terrà dal 28 novembre al 4 dicembre, è stato presentato nel corso di una conferenza stampa, svoltasi presso il Museo Archeologico di Reggio Calabria, uno dei siti storico-artistici della città che ospiteranno i diversi eventi.

Caratteristica del Festival – finanziato dalla Regione Calabria – Attività culturali – Annualità 2018, nell’ambito del Bando Eventi Storicizzati – è sempre stata, infatti, quella di coinvolgere in questo percorso artistico attorno al Mito nella sua declinazione contemporanea i luoghi, i beni storici della città metropolitana di Reggio Calabria, che a quel mito rimanda nella sua classicità, ma che diviene naturale centro per unire tradizione e sperimentazione.
E quando si parla di Miti, “quale luogo migliore del Museo archeologico?”. Lo ha evidenziato, nell’introdurre la conferenza stampa, proprio il direttore del Museo, Carmelo Malacrino, che ha sottolineato l’adesione al progetto del Festival: “perchè – ha aggiunto – è un’attività giovane e noi dobbiamo assolutamente sostenere coloro che hanno la tenacia ed il coraggio di creare iniziative per questi territori”.
E’ stata, quindi, Teresa Timpano, direttore artistico del Festival e della compagnia Scena Nuda, ad illustrare nei dettagli il programma di “Miti Contemporanei”, che punta anche quest’anno, come si diceva, sull’internazionalizzazione: “siamo appena tornati dalla Grecia – ha affermato – dove abbiamo proposto lo spettacolo “Penelope” e abbiamo incontrato il pubblico greco, che ci ha mostrato grande partecipazione e attenzione. Ciò ha creato un grande ponte che ci porterà a nuovi progetti di innovazione nel prossimo biennio , insieme ad altre tre realtà italiane”. Il programma del festival si apre proprio nel segno dell’internazionalizzazione, il 28 novembre, con un incontro che prosegue la linea avviata lo scorso anno, con la collaborazione con la Grecia: si parte, infatti, con un focus sulla drammaturgia del Mediterraneo (Italia e Grecia), realizzato in collaborazione con Giorgia Karvunaki, e che sarà incentrato su due nuovi testi drammaturgici. Il primo è un’opera di Filippo Gessi, drammaturgo della compagnia Scena Nuda, “Pasifae”, in cui la protagonista, “in un contesto di crisi di valori, in questa solitudine in cui vive – ha spiegato Gessi – riscopre se stessa e la sua umanità, e alla fine le emozioni lasciano spazio ai sentimenti”; il secondo è “Il penultimo dei Monikin”, del grande autore Paris Takopulos , considerato il Beckett greco.
La seconda parte dell’incontro svilupperà il tema del rapporto tra testo, messinscena e critica, in collaborazione con il Gispe, gruppo Giornalisti dello Spettacolo del Sindacato Giornalisti Calabria e con l’Associazione nazionale critici di Teatro, che sarà rappresentata dal presidente Giulio Baffi, critico di Repubblica Napoli. L’internazionalizzazione passerà anche dal rinnovato rapporto con il Teatro Karolos Koun di Atene che, nella scorsa edizione, ha proposto un intenso “Giulio Cesare” e che quest’anno darà vita ad un’altra prima nazionale, con “Le serve” di Genet, per la regia di Marianna Calbari.
Il programma proseguirà puntando, come di consueto, sulla valorizzazione degli autori contemporanei che guardano alla riscrittura del mito: è il caso del teatro dedicato ai più giovani, con “Come Hansel e Gretel”, proposto dal Teatro Libero di Palermo. Ma tanti saranno gli altri appuntamenti previsti, fino al clou del 4 dicembre: a chiudere il Festival sarà, infatti, la prima regionale de “La tempesta” di Shakespeare, nella versione diretta da Luca De Fusco e presentata con successo al Napoli Teatro Festival. Ad interpretarla, alcuni dei nomi più importanti del teatro contemporaneo, come Eros Pagni e Gaia Aprea.
Tanti altri appuntamenti, si diceva: come la prima nazionale di “Ver Sacrum”, di e con Manolo Muoio, proposto dalla compagnia Zahir di Cosenza, spettacolo vincitore del bando per singolo artista proposto dal Festival. “Un progetto – ha dichiarato, in conferenza stampa, Manolo Muoio – che nasce da un testo di un autore francese di fine Ottocento, Marcel Schwob, che decide di far rivivere un vecchio mito del Medioevo”. E ancora: il Balletto di Roma, con la prima regionale di “Reveals”, una particolare performance che rientra – ha sottolineato Teresa Timpano – “in un progetto della Compagnia per la valorizzazione dei temi artistici all’interno dei luoghi culturali”. In questo caso, ha aggiunto il direttore artistico, abbiamo scelto la Pinacoteca civica: “è un incontro nuovo per Reggio Calabria, che permette ai danzatori professionisti di danzare tra le opere d’arte”. Quindi, la compagnia Teatri d’Imbarco che torna con “La cameriera di Puccini”, realizzato in sinergia con il Conservatorio di Reggio e che offre un racconto insolito del grande compositore; l’arte contemporanea con l’installazione creata dall’artista Shendra Stucki, proposta dal Face Festival come Evento Regionale Condiviso, a cura di Paolo Genoese; la “camera sensoriale ‘Poesia’ Italia Grecia”, ovvero “una camera – ha spiegato Teresa Timpano – in cui il pubblico si immerge attraverso tutti i sensi”, apprezzando, ad esempio, poesie (in questo caso, anche quelle dell’autore reggino Marco Nastasi); la lezione-incontro con gli studenti del liceo scientifico “Volta”, sul tema “Mito e contemporaneo”, condotta da Lucrezia Ercoli, direttore del festival Popsophia e docente di storia dello spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti, e dalla professoressa Francesca Crisarà. Fino all’evento che si terrà a Milano, un concerto rap, in prima nazionale, con artisti emergenti.
Senza contare la sinergia, che si rinnova da molti anni, con il premio mondiale di Poesia “Nosside”, creato dal professore Pasquale Amato, che vedrà lo svolgimento della cerimonia di premiazione nell’ambito della seconda giornata del festival.
Il tutto, come sempre, all’interno dei siti storici della città metropolitana di Reggio Calabria: saranno ben 10, tra cui il citato Museo, l’Odeion, l’Ipogeo di Piazza Italia (che anche quest’anno ospiterà una visita guidata realizzata appositamente per il festival), il Castello Aragonese, l’Auditorium Zanotti Bianco, la Biblioteca, la Pinacoteca, il Teatro Cilea.
Un progetto importante, dunque, quello del Festival, come evidenziato dal direttore organizzativo, Roberta Smeriglio: un progetto che, “nel corso degli anni – ha sottolineato – si è sviluppato molto”, anche “grazie alle relazioni partenariali, sia italiane che internazionali, alle competenze, alla fruizione dell’offerta culturale da parte di un pubblico sempre più esigente”. “Da sempre – ha aggiunto – il festival ha fatto formazione”, altro elemento importante. Occorre avere la consapevolezza, ha rimarcato ancora Roberta Smeriglio, che si deve parlare di “impresa culturale, perchè la cultura è impresa, non è tempo libero, non è ricreazione, è impegno, dedizione, lavoro”. In questo senso, Federculture definisce alcuni parametri e temi dell’impresa culturale: “la qualità, che, per quanto ci riguarda, è in fortissima crescita; la partecipazione, anche questa in fortissimo progresso; il territorio, al centro del festival e di tutte le relazioni; l’innovazione digitale, su cui stiamo lavorando; l’accountability, ovvero la capacità di impegno delle risorse finanziarie, in maniera efficace”. Insomma, un bilancio più che positivo ed uno sguardo al futuro.
Un lavoro sottolineato anche dall’assessore al patrimonio storico-artistico-archeologico-paesaggistico del Comune di Reggio Calabria, Irene Calabrò, complimentandosi ancora per il successo ottenuto in Grecia dalla Compagnia Scena Nuda: “Un lavoro di cui beneficia la città, che ha allevato la città, che ha avvicinato alla cultura”. “Sono contenta di vedere che gli spettacoli si svolgono in molti luoghi della città, di vedere come questi luoghi siano conosciuti e cresciuti, come in questi anni siamo cresciuti anche noi. Quello che stiamo facendo – ha aggiunto, riferendosi all’azione dell’assessorato e dell’amministrazione – è di creare un filo conduttore, una serie di eventi che tutelino e valorizzino i beni culturali. E’ un obiettivo comune, che unisce il nostro lavoro e quello del Festival”.
Luoghi culturali e storici, dunque, elementi centrali: e non a caso, si intitola proprio “AltriLuoghi” il sotto-progetto che precede “Miti Contemporanei” e che, dal 29 ottobre al 25 novembre, trasporterà idealmente la città verso la rassegna principale, coinvolgendo le associazioni reggine, che ospiteranno una performance teatrale. In particolare – ha spiegato Teresa Timpano – l’obiettivo è quello di “diffondere la cultura in tutta la città, portando il teatro anche in luoghi alternativi: circa un migliaio sono state in questi anni le persone coinvolte, come associazioni, che riescono a promuovere, dunque, la cultura e il festival ad altre 3-4 mila persone”. Quest’anno saranno quattro attori a presentare dei testi estrapolati da opere di Shakespeare e Cechov; tra le iniziative da sottolineare, quella che animerà il Bibliobus che farà tappa a Piazza Camagna.

Info sul programma su www.festivalmiticontemporanei.it

 

 

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